Concordo con Thiel che la Silicon Valley ha un problema di Dio. Abbiamo perso la capacità di pensare teleologicamente (sui fini e sugli scopi ultimi). Thiel tocca questo punto, ma non lo sviluppa completamente. Il progetto dell'Illuminismo prometteva che potessimo avere progresso senza dover rispondere a domande profonde sulla natura umana e sulla vita buona. Ma forse questo si sta rivelando falso. L'ossessione attuale per essere un "costruttore" è diventata quasi religiosa. È una versione da culto del carico dell'imprenditorialità. Tutti hanno deciso di diventare sacerdoti senza chiedersi quale Dio stiano servendo. Stiamo sostituendo l'attività con lo scopo. Costruire diventa il fine piuttosto che il mezzo. L'IA è l'esempio perfetto di questo. La maggior parte del discorso sull'IA rientra in due categorie: 1. Tecnico. "Come possiamo renderla più intelligente/ sicura/ capace?" 2. Economico. "Quali sono le implicazioni dell'IA sull'economia e sulla creazione di valore?" Ma non chiediamo mai per cosa stiamo creando questo valore? Cosa significa per gli esseri umani vivere bene, e come serve questa tecnologia a tale scopo? Questo sembra sempre essere implicito a livello superficiale. Certo, ci viene detto che tutto questo serve a "migliorare l'umanità". Ma cosa significa realmente? Cosa costituisce un miglioramento? Il problema antropologico centrale qui è che costruiamo senza una visione coerente di ciò che gli esseri umani devono diventare.